venerdì 11 marzo 2011

Recensione -"La Biblioteca dei morti" di Glenn Cooper


Premetto dicendo che non sono mai stata curiosa di leggere questo libro ma grazie ad una serie di recensioni positive da parte di un bel pò di amici e la mancanza di un libro da leggere al momento me lo sono ritrovato fra le mani come lettura "tappa buchi".

"Questo romanzo comincia nel dicembre 782 in un'abbazia sull'isola di Vectis (Inghilterra), quando il piccolo Octavus, accolto dai monaci per pietà, prende una pergamena e inizia a scrivere un'interminabile serie di nomi affiancati da numeri. Un elenco enigmatico e inquietante. Questo romanzo comincia il 12 febbraio 1947, a Londra, quando Winston Churchill prende una decisione che peserà sulla sua coscienza sino alla fine dei suoi giorni. Una decisione atroce ma necessaria. Questo romanzo comincia il 10 luglio 1947, a Washington, quando Harry Truman, il presidente della prima bomba atomica, scopre un segreto che, se divulgato, scatenerebbe il panico nel mondo intero. Un segreto lontano e vicinissimo. Questo romanzo comincia il 21 maggio 2009, a New York, quando il giovane banchiere David Swisher riceve una cartolina su cui ci sono una bara e la data di quel giorno. Poco dopo, muore. E la stessa cosa succede ad altre cinque persone. Un destino crudele e imprevedibile.



Con buone aspettative ho iniziato la lettura, confidando in una trama degna di attenzioni.
Ma mi sono trovata a leggere una storia fatta di luoghi comuni, ambientazioni cinematografiche (nel senso peggiore del termine), e fastidiosissimi tagli alla narrazione a servizio di flash back costruiti in modo grossolano e approssimativo.
Inoltre la trama giallo/thriller non regge: troppo scontata e prevedibile.
Cooper ce la mette proprio tutta, anche se sarebbe più preciso dire che ci mette dentro proprio di tutto:
L’FBI, l’agente scapestrato ma bravissimo, l’omicidio seriale, il complotto internazionale postbellico, passando per il medioevo, un mistero in convento, una ricerca archeologica alla Indiana Jones per arrivare all’area 51. E, quasi dimenticavo, l'immancabile storia d'amore. L'unica cosa che mi è piaciuta è stata la rivisitazione dell'Area 51 vista con un occhio diversa da quello a cui siamo abituati.
Se ci avesse messo riferimenti a Leonardo, i Templari e i gli Illuminati, avrebbe abbracciato tutti i soggetti che negli ultimi anni hanno sbancato i botteghini, infatti l'ho trovato in alcuni aspetti molto simile ma molto meno avvincente dei libri di Dan Brown.

Unico vero pregio è che questo libro è molto scorrevole da leggere. 

Cooper ha due difetti:
il primo quello di sparare nel mucchio sperando di conquistare più lettori possibili;
il secondo quello di aver scritto un libro che sembra la trasposizione su carta di un film già visto (e per certi versi diretto anche male).
Probabilmente è penalizzato dall’ esperienza maturata come sceneggiatore.
Ma non per questo doveva necessariamente mettersi a scrivere romanzi;

Detto questo non mi resta che leggere il sequel sperando in meglio =)

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